La leishmaniosi è una malattia parassitaria molto diffusa tra gli animali domestici o selvatici, che può essere trasmessa all’uomo.

In passato, il rischio di infezione era circoscritto alle zone costiere. Tuttavia, con i cambiamenti climatici, la leishmaniosi si è diffusa in tutta Italia, raggiungendo le zone collinari, più distanti dal mare e dall’umidità. Tanto che anche il Ministero della Salute predispone un piano di sorveglianza e linee guida per tenere sotto controllo l’infezione da leishmania.

Nei prossimi paragrafi, vediamo di approfondire di cosa si tratta.

 

Leishmaniosi cane: cos’è

La leishmaniosi è una malattia causata da un protozoo, ovvero un parassita, chiamato Leishmania Infantum. Il vero responsabile della malattia è il flebotomo, Phlebotomus papatasi. Si tratta di un insetto simile alla zanzara che, se è a sua volta infetto, trasmette il parassita al cane attraverso la puntura, scatenando quindi l’infezione.

Leishmaniosi: come si trasmette?

I pappataci, come le zanzare, si nutrono del sangue tramite la puntura e agiscono maggiormente durante ore più fresche e umide, dal tramonto all’alba, dai mesi primaverili all’autunno inoltrato.

Il sistema immunitario dell’animale ha un ruolo chiave nel contagio della malattia, nello sviluppo dell’infezione e nell’efficacia della cura. Infatti, quando i cani sviluppano la malattia è perché hanno un’insufficiente risposta immunitaria. Al contrario, i cani con un’elevata risposta immunitaria verso la leishmania godono di una produzione di anticorpi per cui non si scatenano né la malattia né i sintomi.

Anche se, come appena detto, la causa principale della malattia è la puntura del flebotomo infetto, teoricamente ci sono altre due possibilità di contagio. La prima è la trasfusione di sangue da donatori infetti. La seconda è la trasmissione transplacentare, cioè quando la madre infetta contagia il feto. Un ulteriore caso può verificarsi durante l’accoppiamento, quando uno dei due cani è infetto.

processo di infezione da pappataci

 

Leishmaniosi cane: sintomi

I principali sintomi sono:

  •       perdita di peso
  •       perdita di appetito
  •       disturbi intestinali
  •       perdita di sangue dal naso
  •       affaticamento e debolezza
  •       problematiche dermatologiche (dermatiti, patologie della parte finale del naso, detta tartufo, perdita di pelo intorno gli occhi)
  •       crescita eccessiva delle unghie
  •       patologie agli occhi
  •       linfonodi ingrossati
  •       patologie a carico di reni e fegato
  •       poliartrite (spesso molto invalidante, con dolori o zoppia resistente alle terapie farmacologiche). 

 

Test leishmaniosi: quando farlo?

In assenza di sintomi, il nostro consiglio è di sottoporre il proprio cane ogni anno, verso il mese di febbraio, al test sierologico specifico con la tecnica IFAT, oppure il metodo ELISA. È opportuno eseguirlo ogni volta che il cane manifesta delle problematiche di salute.

Nel caso in cui il cane risultasse positivo, la diagnosi andrà confermata tramite la specifica ricerca di leishmanie, con la tecnica PCR (Polymerase Chain Reaction), che permette di accertare la presenza del parassita con un esame del midollo osseo.

 

Leishmaniosi: le cure

Per un miglior risultato delle cure, è di fondamentale importanza avere una diagnosi precoce.

La leishmaniosi è una malattia grave e cronica, quindi da non sottovalutare. Per questa ragione, è importante essere seguiti in modo scrupoloso dal proprio veterinario di fiducia. Solo un professionista saprà indicare il percorso terapeutico migliore in base alla situazione specifica del cane.

Perché, purtroppo, a oggi non esiste ancora una cura efficace al 100%.

La buona notizia, però, è che le terapie disponibili, se eseguite correttamente, possono portare alla riduzione dei sintomi o persino alla negativizzazione. Per il momento, resta il solo modo per garantire una vita serena al cane.

Una delle terapie che si sono rivelate più efficaci consiste nell’associare l’Antimoniato di N-metilglucamina (Glucantime) e Allopurinolo (Zyloric). Insieme, agiscono con ottimi risultati: il primo per annientare il parassita, il secondo per impedirgli di replicarsi.

Spesso i veterinari consigliano anche la terapia a base di Domperidone, un farmaco che attiva la risposta immunitaria Th1 contro la malattia. Infine, può essere utile associare il Prednisone (Deltacortene) nelle primissime settimane, poiché in grado di abbassare la risposta immunitaria infiammatoria.

Di conseguenza, il cane infetto da leishmaniosi tenderà a migliorare in breve tempo le sue condizioni.

Infine, anche la micoterapia può portare benefici al cane che ha contratto la leishmaniosi.

Gli estratti di fungo Agaricus Blazei Murril (ABM) e Cordyceps Sinensis sono utili a migliorare la risposta immunitaria Th1 e combattere l'infezione da leishmania. Un’altra funzione è quella di proteggere i reni e il fegato del cane, organi bersaglio della leishmaniosi.

Durante e dopo le terapie leishmanicide è di vitale importanza evitare il più possibile il rischio di punture di altri flebotomi. Il rischio di una nuova infezione o di una ricaduta diventa altissimo.

 

Leishmaniosi: cure in sperimentazione

Secondo le ricerche più recenti, il farmaco NMT-A02 sembra dimostrare la sua efficacia nel ridurre i sintomi da leishmaniosi nei cani affetti e ha una bassa tossicità, come riporta l’articolo de Il Sole 24 Ore. Ad ogni modo, però, è in fase di sperimentazione, perciò occorre aspettare per poterlo trovare in commercio. Potrebbe essere disponibile all’acquisto nel 2026.

 

Prevenzione leishmaniosi nel cane

Come abbiamo detto, abbiamo a disposizione delle terapie capaci di migliorare lo stato della malattia, ma non una cura farmacologica che porti alla completa guarigione del cane.

Perciò, la via della prevenzione diventa lo scudo di protezione fondamentale per ridurre le possibilità di sviluppare l’infezione più temuta.

È possibile fare prevenzione considerando più opzioni:

Gli antiparassitari

Sono fondamentali grazie alla loro azione repellente verso i pappataci e altri parassiti dannosi per la salute del nostro cane. Ne esistono di vari tipi, ma noi consigliamo in particolare:

-        il collare Seresto (Imidacloprid + Flumetrina): a rilascio controllato, va sostituito ogni 6 mesi. Varie ricerche lo hanno confermato il prodotto più efficace.

-        le fiale Advantix Spot on (Imidacloprid + Permetrina): da applicare ogni 21 giorni.

I farmaci

Il Dompedirone: secondo un dosaggio di 0,5 mg per ogni chilogrammo di peso corporeo al giorno per 30 giorni consecutivi, da ripetersi ogni 4 mesi, e più precisamente in febbraio, giugno e ottobre. Si tratta di un farmaco molto efficace se associato agli antiparassitari, grazie alla stimolazione della risposta immunitaria Th1 che impedisce l'infezione.


Il vaccino

Il Letifend è in grado di immunizzare attivamente i cani non infetti a partire dai 6 mesi di età, in modo da ridurre il rischio di sviluppare un’infezione attiva.

Ti consigliamo di affidarti a più tipologie di protezione possibili, in modo da ridurre i rischi.

 

Come eliminare i pappataci in casa

Tra i rimedi naturali per fare disinfestazione di pappataci consigliamo:

-        L’olio di neem

Con l’aiuto di un dosatore spray, spruzzare la soluzione di acqua e olio di neem solubile sul cane ogni 1-2 giorni, preferibilmente al mattino presto e al pomeriggio perché è un prodotto fotosensibile. L'olio di neem è un repellente naturale che respinge efficacemente i pappataci.

-        Pulizia e trattamenti in giardino o terrazza

Mantenere pulite le zone esterne della casa, evitando gli accumuli di foglie o di erba, dove i pappataci trovano riparo per i propri nidi e i ristagni d’acqua. O, se possibile, spruzzare insetticidi a base di piretroidi (cipermetrina, deltametrina, ecc.) per ridurre la popolazione di pappataci nell'ambiente.

-        Zanzariere in casa

Di notte, ospitare al chiuso il cane, prevenire con delle zanzariere a maglia fitta sulle finestre di casa e spruzzare insetticidi. Ma attenzione ai piretroidi, che sono tossici per i gatti.

 

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